Presentatore

Essere un presentatore equivale a mio avviso ad essere un buon arbitro nel calcio; se si è oggettivamente bravi, non ci si accorge quasi della sua presenza ma quando ci si imbatte in improvvisati o "innamorati del microfono", si nota la differenza in modo netto.

Non esiste una scuola che prepari professionalmente alla presentazione in pubblico di eventi dello spettacolo; tuttavia esiste una scuola ancora più preziosa che si chiama esperienza e che inizia fin da piccoli quando si scopre che si è portati per creare attenzione prima dell'arrivo di qualcun altro, come quando a Natale la mamma stava arrivando al tavolo con le sue proverbiali tagliatelle e il pubblico formato dai parenti, veniva catturato dal mio annuncio imminente.

Poi crescendo si impara ad usare la voce e a stare su un palco frequentando corsi di teatro e di dizione per affinare una tecnica che si ha dentro.

Dalle prime esperienze di speakeraggio presso lo stadio del mio paese in cui leggevo le formazioni delle squadre in campo e incitavo il pubblico a tifare per i nostri colori, sono passato ad esperienze radiofoniche che migliorano sicuramente la dizione e la fluidità nel parlare, ma hanno il limite di essere chiusi in una stanza dove si è soli e non si riesce a catturare gli sguardi di chi ci ascolta, che sono ancora oggi la "merce di scambio" fondamentale tra un presentatore ed il pubblico.

La vita poi mi ha portato a collaborare con grandi personaggi del mondo dello spettacolo che mi hanno coinvolto in loro iniziative e mi hanno portato su palchi importanti dove, in piena autonomia, gestisco uscite degli artisti e momenti di una serata e di un evento, sempre però con la mia incrollabile convinzione che il presentatore non debba mai rubare la scena agli artisti veri.

 I SALUTI DEGLI AMICI